Come educare i propri figli: il coaching come stile educativo

Una delle domande che un genitore si pone di frequente a proposito di stile educativo è:

“Come posso aiutare mio figlio a crescere in modo sano ed equilibrato?”

È risaputo che crescere ed educare i propri figli è probabilmente una delle sfide più difficili che una persona possa affrontare.

Si ha sempre paura di commettere degli errori, anche per le conseguenze negative che possono verificarsi nello sviluppo della personalità, nei comportamenti sociali e in tanti aspetti che caratterizzeranno la vita dei figli.

La domanda quindi sorge spontanea: come educare i propri figli?

E ancora: quale stile educativo utilizzare? Quali linee guida seguire?

Continuando a leggere troverai alcuni spunti utili per rispondere a queste domande.

Prima però vediamo cosa si intende per stile educativo e quali tipologie abbiamo.

 

Cos’è lo stile educativo: significato e tipologie

Volendo dare una definizione di stile educativo, possiamo dire che:

lo stile educativo è l’insieme delle modalità attraverso le quali un genitore si relaziona col figlio, trasferisce informazioni, modelli di comportamento e valori, e influenza il suo sviluppo affettivo, emotivo e sociale.

Esistono vari stili educativi e ogni genitore può scegliere l’approccio che ritiene migliore per l’educazione e la crescita dei propri figli.

Vediamo nello specifico i principali stili educativi.

1. Stile educativo permissivo

Un primo stile educativo, oggi molto diffuso, è quello permissivo.

Con questo termine si intende quella modalità educativa che tende appunto a permettere tutto: non vengono quindi imposte regole.

Si tratta di una modalità educativa estremamente dannosa, perché il genitore, rinunciando a servirsi dell’autorità e del controllo, è come se decidesse di privarsi del suo ruolo fondamentale ovvero quello di guida e di mentore.

Cosa spinge un genitore ad adottare uno stile educativo permissivo?

Tendenzialmente questo modello educativo è conseguenza della paura di risultare eccessivamente autoritario, oppure deriva da una difficoltà nel prendere decisioni e farle rispettare.

C’è da aggiungere che così facendo non si va affatto a favorire lo sviluppo dell’autonomia e dell’autostima, e questo perché il genitore finisce con l’assumere su di sé i compiti che il bambino dovrebbe svolgere da solo.

In questo modo il bambino progredisce più lentamente anche nella capacità di autocontrollo, cresce insicuro e sviluppa comportamenti anti-sociali.

2. Stile educativo autorevole

Lo stile educativo che molti studiosi ritengono migliore è invece quello autorevole.

Si tratta di uno stile completamente agli antipodi di quello che abbiamo visto e che si basa sulla definizione di regole chiare e coerenti che il bambino sa di dover rispettare.

Con un’ educazione di questo stampo, il figlio sa quali siano i suoi diritti e i suoi doveri, inoltre sa con certezza che sarà punito nel caso in cui trasgredisca una regola; ma, allo stesso tempo, ha anche ampi margini di libertà e comprensione.

Un approccio autorevole tende a valorizzare l’indipendenza, l’autonomia, la responsabilità dell’individuo fin da piccolo e in questo modo i bambini crescono sicuri di sé, con una maggiore autostima e maturità, con la capacità di relazionarsi agli altri e di portare avanti le proprie idee.

3. Stile educativo autoritario

Dopo l’approccio autorevole, è importante sottolineare la differenza con un’altra tipologia di stile educativo ovvero quello autoritario.

Si tratta di modalità educativa molto in voga tra le generazioni passate, in tempi in cui c’era una concezione diversa dell’infanzia. Questa, infatti, era vista non come un momento nella vita di un essere umano da valorizzare, bensì come una fase da superare più rapidamente possibile. C’era un’idealizzazione dell’età adulta, ritenuta un periodo di compiutezza e solidità.

Alla luce di questa concezione gli adulti educavano i propri figli imponendosi con regole ferree, prendevano tutte le decisioni al posto loro e senza dare spiegazioni; anzi, in molti casi non si davano neppure le spiegazioni sul perché si fossero prese proprio quelle decisione invece che altre.

Inoltre si ritenevano educative e fondamentali per la crescita sana le punizioni corporali, che venivano applicate anche all’interno delle scuole.

4. Stile educativo trascurante/rifiutante

Questo stile educativo è tipico dei genitori negligenti.

Sono persone che si interessano poco o nulla dei figli e di ciò che fanno. Hanno un atteggiamento distaccato e non danno regole, modelli e strumenti per una sana crescita.

Chi adotta questo stile educativo mostra zero affetto, nessun sostegno, una quasi inesistente comunicazione con il bambino che è lasciato a se stesso.

Inutile sottolineare che le conseguenze possono essere molto negative e il rischio di comportamenti dannosi per se stessi e per gli altri è molto elevato.

 

Linee educative generali per una crescita sana dei figli

Abbiamo visto le tipologie di stili educativi, ognuno con un approccio differente.

Ma quali sono i fattori che fanno la differenza nell’educazione dei figli?

Ecco a te alcune linee educative generali che è bene seguire in modo da favorire lo sviluppo del proprio figlio.

1. Regole chiare, costanti e coerenti

Le regole, come abbiamo visto, sono molto importanti perché permettono al bambino o adolescente di aver chiari i propri limiti. Infatti, quando i giovani crescono in un ambiente permissivo, si trovano nella condizione di non sapere quali aspettative abbia il genitore nei loro confronti. Questo può causare una sensazione di enorme confusione, senza sapere quali sono le azioni migliori da dover mettere in atto. Inoltre è fondamentale che le norme non cambino da un momento all’altro per mantenere intatto il valore delle regole stesse e non generare confusione.

2. Motivazione dei divieti

Visto che sono state date delle regole chiare, è importante che il genitore spieghi il motivo per cui viene vietata una cosa mentre ne viene consentita un’altra. Questo è anche un momento nel quale al figlio possono essere trasmessi i valori e le convinzioni del genitore. Inoltre è necessario spiegare le motivazioni del divieto così che il bambino non abbia la sensazione di un’imposizione arbitraria da parte dell’adulto. Comprendere la motivazione dei divieti e farla propria, alimenterà la responsabilità del bambino e di conseguenza anche la sua capacità di scegliere il comportamento migliore di fronte alle situazioni che dovrà affrontare durante la sua vita.

3. Le punizioni devono essere certe ma limitate nel tempo e proporzionate alla situazione

Le punizioni possono essere considerate un efficace strumento educativo, ma soltanto se seguono alcune prescrizioni fondamentali. Prima di tutto le punizioni devono essere immediate, soprattutto per i bambini piccoli per i quali, in caso contrario, perdono di significato. In secondo luogo le punizioni devono essere equilibrate, quindi non devono assolutamente essere protratte eccessivamente nel tempo, e neppure essere eccessive. Insomma, da questo punto di vista è fondamentale il buon senso! Infine è importante ricordare che le punizioni devono essere la spiacevole conseguenza di un evento eccezionale; se diventano ordinarie allora perderanno velocemente la loro efficacia.

4. Fai in modo che viva un ritmo quotidiano armonico

Per un bambino sono fondamentali sia le routine che i piccoli riti quotidiani. E questo perché gli danno sicurezza, lo orientano anche quando non ha ancora la nozione del tempo, e gli danno un senso di confine entro il quale può muoversi serenamente. Per ottenere questa armonia puoi ad esempio:

  • fare in modo che gli orari della giornata siano il più possibile simili di giorno in giorno;
  • evitare di cambiare i posti a tavola o di mangiare una volta a tavola, poi ogni tanto sul divano;
  • creare un rito della buonanotte e un rito del buongiorno in modo da accompagnare tuo figlio dolcemente al sonno o alla ripresa della giornata;
  • evitare giochi troppo movimentati la sera a favore di silenzio, luci soffuse e letture o giochi tranquilli che non lo carichino energeticamente ma favoriscano la calma e il passaggio al sonno.

 

Diventare un genitore-coach: il coaching come nuovo stile educativo

Lo sai che esiste un approccio che può essere davvero la scelta migliore per l’educazione e la crescita dei tuoi figli?

Gli stili e le linee guida condivise finora sono sicuramente utili per fare le tue scelte educative ma se vuoi fare una step ulteriore come genitore, devi iniziare ad approfondire il coaching.

Proprio così: il coaching come stile educativo.

L’obiettivo è quello di diventare un genitore coach.

Cosa vuol dire?

Il genitore coach è una guida per i propri figli.

Fa rispettare le regole basilari, ma non pretende che il figlio si conformi al proprio punto di vista, al proprio credo, oppure sposi ogni propria convinzione.

Lo aiuta a sviluppare una propria personalità, permettendogli di esplorare ma anche di sbagliare perché l’errore può essere una fonte di apprendimento.

Comunica in modo efficace con il bambino, lo fa riflettere e lo mette di fronte ai propri comportamenti e alle proprie azioni per responsabilizzarlo.

Lo ascolta con attenzione cercando di capire i suoi stati d’animo e le sue emozioni.

Cammina al fianco del bambino, lo supporta nel raggiungere i propri obiettivi e lo indirizza ma lasciandolo sempre libero delle proprie scelte.

Tutto questo utilizzando le tecniche di coaching che, come dimostrato anche in altri ambiti, sono lo strumento fondamentale per sviluppare le potenzialità delle persone.

Se anche tu pensi che essere un genitore vuol dire essere una guida, che deve spronare il bambino ad esprimere al meglio il proprio potenziale, allora clicca qui e inizia il tuo percorso per diventare un genitore coach.


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