Come superare un fallimento (e scoprire che non è mai esistito)
Delusioni lavorative, una relazione finita o un obiettivo mancato potrebbero essere etichettati a prima vista come un fallimento.
E se scoprissi che non è così e che, in realtà, il fallimento personale non esiste?
“Fallimento” è il nome che la maggior parte delle persone dà a questi eventi, sulla base di aspettative, ambizioni e di un punto di vista “negativo”.
Cambiando punto di vista possiamo arrivare alla conclusione che il “fallimento” non è mai esistito o meglio, quello che prima ci sembrava un evento da “cancellare”, ora ci fornisce informazioni importanti in funzione dei nostri obiettivi.
Vediamo in che modo è possibile cambiare punto di vista in relazione a quelli che consideriamo dei fallimenti nella nostra vita privata e lavorativa.
Regola n°1: basta sentirti un fallito!
Se “dichiarare fallimento” è un’espressione adatta in ambito giudiziario, è molto importante distinguere quando la usiamo su noi stessi.
Espressioni come “mi sento un fallito”, “ho fallito”, “sento di essere un fallito” vanno osservate e trasformate in qualcosa di positivo.
I vocaboli “fallimento” e “fallito” indicano infatti un errore, un difetto, una mancanza di qualcosa ed anche un grave insuccesso.
Se ci fai caso, puoi notare che non si riferiscono a delle persone, ma ad eventi.
Quello che invece si tende a fare (sbagliando!) è attribuire a noi stessi l’etichetta di “fallito” quando abbiamo ottenuto un risultato diverso o negativo rispetto all’obiettivo fissato.
Quando qualcuno ci comunica di “sentirsi un fallito”, ci sta dando un’informazione importante sull’evento che ha vissuto e – soprattutto – sulla sua reazione emotiva all’evento stesso.
Ed è proprio il modo in cui pensiamo e ci sentiamo rispetto all’evento a determinare la nostra capacità di agire con successo o meno.
La regola numero uno quindi è eliminare dai tuoi pensieri e dalla tua comunicazione espressioni come “sono un fallito” che richiamo il tuo essere quando invece si parla solo di eventi negativi da cui è importante ricavare degli insegnamenti.
In che modo possiamo ribaltare il punto di vista negativo e trasformarlo in un approccio più positivo?
Scoprilo nel prossimo paragrafo.
Come affrontare un fallimento personale o lavorativo: consideralo un feedback
A prescindere che si tratti di un evento accaduto in ambito personale o lavorativo, la soluzione parte da un presupposto fondamentale della PNL applicato al Coaching.
Il presupposto è: non esiste il fallimento, ma solo il feedback.
Qualunque azione mettiamo in campo, otteniamo sempre un risultato: se il risultato che otteniamo è diverso da quello voluto, possiamo raccogliere informazioni ed agire diversamente.
Grazie al feedback – “informazione di ritorno” – possiamo imparare da ciò che non è andato bene, fare del nostro meglio in un successivo momento e, soprattutto, liberarci dall’idea del “fallimento”.
Bastano 3 domande per cambiare completamente approccio nell’affrontare un fallimento:
- Che cosa non è andato rispetto alle mie aspettative?
- Che cosa ho imparato da questo evento?
- Che cosa farò di diverso la prossima volta?
Già solo queste tre domande cambiano completamente la scena e trasformano un apparente “fallimento” in una fonte di informazioni e di apprendimento.
Le lezione di molte storie di successo che sono passate da un fallimento
C’è anche un’altra considerazione importante da fare:
non esiste successo senza “fallimento”
Dallo sport al business, da Michael Jordan a Steve Jobs, chiunque ha avuto successo ha fatto i conti con il “fallimento”.
La differenza è stata nel modo in cui hanno reagito.
Hanno considerato l’esperienza fallimentare come una lezione, ricavando informazioni preziose e correggendo subito il tiro in funzione dei loro obiettivi.
E proprio rispetto agli obiettivi, il coaching fornisce un processo preciso e specifico per trasformare le idee in azioni riducendo al minimo le possibilità di fallire.
Come prevenire un fallimento: il settaggio degli obiettivi
Un altro aspetto da considerare e che può essere uno shock per molti è questo: spesso le persone si programmano al “fallimento”.
Non lo fanno certamente di proposito, ma semplicemente ignorano uno degli aspetti più importanti per avere successo e vivere al meglio la propria vita: il settaggio degli obiettivi.
Molte persone, infatti, fissano degli obiettivi commettendo un grave errore: mettono il focus su eventi che non sono sotto il loro controllo.
Voglio vincere il campionato, voglio acquisire nuovi clienti, sono degli obiettivi il cui esito non è sotto il nostro diretto controllo: infatti, sia nel campionato che nell’acquisizione dei clienti entrano in gioco delle variabili (le altre squadre, il comportamento dei clienti ecc…) che non possiamo governare.
Ben diverso è fissare obiettivi il cui esito è sotto il nostro diretto controllo perché ci consentono di portare le nostre performance su un livello superiore di efficacia ed efficienza.
Come superare un fallimento grazie al coaching
Abbiamo visto alcuni modi attraverso cui il coaching può aiutarti ad affrontare, superare e prevenire un fallimento.
In sostanza è necessario un cambio di approccio, che può essere realizzato in maniera più facile e veloce, attraverso la guida di un coach professionista che:
- ti allena a fissare l’obiettivo con un processo definito
- ti supporta nel far emergere tutte le risorse a tua disposizione
- ti focalizza su ciò che è sotto il tuo controllo
- ti dà un punto di vista esterno che ti consente di scegliere diverse opzioni di azione e prevenire qualsiasi “fallimento”
- ti porta ad agire da subito, appena conclusa una sessione di coaching
Ogni sessione di coaching si conclude infatti con un piano d’azione e segue un processo completo di pianificazione, esecuzione, controllo e feedback per raggiungere i risultati che vuoi e prevenire qualsiasi genere di “fallimento”.