Filtri percettivi: come la tua mente trasforma la realtà in punto di vista
La mente umana, per certi aspetti, segue lo stesso processo che si usa per preparare una tazza di tè.
Detto così può sembrare strano ma, pensaci bene: come si prepara una tazza di tè?
Si mettono le foglioline di tè sbriciolato nel filtro, questo poi viene immerso nell’acqua bollente. A questo punto l’acqua imbevendo le foglioline si impregna della loro essenza, sino a farle cambiare colore e a darle un buon sapore.
Per la mente è lo stesso.
I nostri preconcetti, i nostri giudizi, le nostre credenze così come le nostre convinzioni funzionano come dei veri e propri filtri della realtà.
La impregnano al punto tale, che ciò che riceviamo dall’esterno si manifesta all’interno della nostra mente già filtrato.
Il punto è che non tutti i nostri filtri possono essere performanti e soprattutto possono influenzare la realtà oggettiva.
Mettiamo il caso che una mia convinzione è quella di essere una persona che sa come cavarsela in ogni situazione. Nel momento in cui avrò una difficoltà reagirò in modo decisamente più proattivo rispetto a chi si sente sempre schiacciato dagli eventi.
Senza voler andare nei giudizi di valore, possiamo dire che i filtri percettivi sono più o meno funzionali rispetto a quelli che sono i nostri obiettivi.
Ti faccio un altro esempio: prendiamo una persona con una concezione del mondo basata sul fatto che gli altri, se ne hanno l’occasione, ti fregano. Nel momento in cui lavora in un contesto poco sano, dove le invidie tra colleghi sono all’ordine del giorno, questo filtro può essere molto utile. Ma di colpo diventa deleterio se continua ad applicarlo quando è con i propri amici o la propria famiglia.
Il punto è: come sono i tuoi filtri? Funzionano?
Se la risposta non dovesse essere positiva, continua a leggere perché voglio condividere con te un processo che unisce coaching e PNL e che ti aiuterà a fare proprio questo: modellare i tuoi filtri in relazione ai risultati che vuoi ottenere.
Modellare i filtri percettivi in relazione all’obiettivo
In primo luogo comincia a domandarti: quali sono le mie convinzioni limitanti?
Per convinzione intendo proprio una tua idea sul modo in cui vanno le cose. Per limitante, invece, voglio intendere che quel modo di vedere le cose non ti aiuta a raggiungere ciò che vuoi ottenere.
Un esempio, a questo proposito, potrebbe essere la seguente convinzione: se non hai raccomandazioni non vai avanti nel lavoro.
È vera? È falsa? Non ci interessa!
Ciò che ci interessa sono le conseguenze di questa convinzione: probabilmente chi la pensa così non darà mai il massimo, non ce la metterà mai tutta perché non crede possa servire. Quindi tutto ciò che farà, in un modo o nell’altro, andrà a confermare questa convinzione.
Insomma: se sono convinto di qualcosa, anche a livello inconscio farò in modo di trovare conferme.
Il primo passo per cambiare i propri filtri percettivi è comprendere quali sono quelli che ci frenano e ci limitano nel raggiungere un obiettivo.
Il mio consiglio è quello di prenderti quindici minuti di tempo per segnare tutti quelli che ti vengono in mente. Nei giorni successivi poi potrai aggiornare questo elenco, in relazione a ciò che ti verrà in mente.
“Questa idea, questa credenza mi aiuta ad avvicinarmi al mio obiettivo oppure mi rema contro?”
Questa domanda è la cartina tornasole, che mostra all’istante se quel tuo filtro ti è utile oppure no.
Una volta identificato un filtro che ti limita, domandati se ci sono degli elementi di conferma nella realtà che ti circonda e che ti mostrano che questo filtro non è vero (o, quantomeno, non è sempre vero). Puoi cercare tra:
- le tue esperienze personali,
- le esperienze che hai potuto osservare,
- le esperienze che ti hanno raccontato o hai letto.
Quanti più elementi trovi che non confermano il tuo filtro più lo inizi a disinstallare dalla tua mente.
Cambiare punti di vista e filtri percettivi: di cosa hai bisogno
Detto così, l’intero processo è molto semplice.
Quindi sorge una domanda: perché una cosa così facile raramente viene applicata?
Perché per quanto il processo sia facile non è un processo per tutti.
E questo per due motivi: ci vuole costanza e apertura mentale.
Il tuo filtro percettivo non è composto da un’unica convinzione ma da un sistema molto più ampio. Quindi ci vuole un po’ di costanza (per quanto posso assicurarti che dopo poco già cominci a notare i primi benefici), dote che non tutti hanno.
In secondo luogo un processo del genere implica affermare ripetutamente che la precedente visione delle cose non era corretta al cento per cento. E, dato che uno dei nostri bisogni maggiori è quello di avere ragione, di veder confermato il nostro punto di vista, molti ne risultano frenati.
Questo elemento è importantissimo specialmente se sei un coach o vuoi diventare coach: molto spesso si commette l’errore di voler ristrutturare una convinzione limitante durante una sessione di coaching, senza però prima assicurarsi che la persona sia pronta. Quando questo accade, l’intera sessione rischia di essere un buco nell’acqua, mentre il rapport tra coach e coachee rischia di spezzarsi.
Il lavoro sui filtri percettivi è fondamentale all’interno di un percorso di coaching e per questo solitamente consiglio di partecipare a due corsi per avere una visione completa sull’argomento e su come gestire questo aspetto da coach professionista.
I corsi sono:
Per saperne di più scrivimi o contatta il team Coach Italy che ti darà tutte le informazioni.
A presto